Ciclismo
FORLI'- CARPI
(91° Giro D'Italia 2008 - 12ª Tappa)
TABELLINO
COMMENTI
Terzo successo al Giro del velocista Liquigas, bravissimo ad anticipare lo scatto di Cavendish
che poi in rimonta ha costretto i giudici al fotofinish. Terzo McEwen, 5° Bettini. Ancora una
caduta a pochi chilometri dal traguardo, coinvolti Zabel e Nibali.
CARPI (Modena), 22 maggio 2008 - Daniele Bennati ha vinto allo sprint la 12ª tappa del Giro d'Italia, da Forlì
a Carpi per 172 chilometri. L’aretino della Liquigas, 27 anni, ha ottenuto al fotofinish il 3° successo in questo
Giro d’Italia dopo quelli di Milazzo e San Vincenzo, il 4° del 2008. Beffato Mark Cavendish (High Road), l'inglese
vincitore della tappa di Catanzaro, che era in rimonta: per la proclamazione ufficiale si sono dovuti attendere un
paio di minuti. Terzo McEwen, 4° Koldo Fernandez, 5° Bettini. Giovanni Visconti (Quick Step) ha conservato la maglia
rosa per il settimo giorno e in classifica generale non ci sono state variazioni di rilievo: il 25enne siciliano ha
5'50'' su Bosisio e 6'59'' su Contador.
LA CRONACA – Partono in 169 da Forlì e subito dopo il via tenta la fuga da lontano il numero 75, Dionisio
Galparsoro, 29enne basco dell’Euskaltel. A Budrio (63 km dal via) il vantaggio supera gli 11 minuti, mentre dietro
cominciano a tirare la Liquigas e la Milram. Anche oggi pioggia: e mentre il basco, ai meno 15, sta per essere ripreso,
a centro gruppo c’è una caduta che coinvolge tra gli altri Nibali (in maglia bianca perché nella speciale classifica è
dietro a Visconti che indossa la rosa), Priamo, Buffaz, Wegelius, Jurko e Lorenzetto: quest’ultimo riparte, ma sembra
quello messo peggio. Galparsoro viene ripreso ai meno 10: è il preludio alla volata, con la giuria che neutralizza gli
ultimi tre chilometri per evitare rischi inutili.
AVANTI COSI' – Domani si prosegue con la 13ª tappa: da Modena a Cittadella, 177 chilometri. E’ un’altra
occasione per gli sprinter, perché non ci sono Gpm né difficoltà altimetriche: l’ultima giornata di relativa
quiete prima di un trittico di arrivi in salita consecutivi (Pampeago, Marmolada, Plan de Corones) che promette
di riscrivere la classifica generale.
Ciro Scognamiglio
www.gazzetta.it
Dall’inviato
Nando Aruffo
CARPI - Aspettando le Dolomiti, il Giro esalta le qualità d’equilibrio dei velocisti. Daniele Bennati e Mark
Cavendish si tuffano sul traguardo assieme: per tre centimetri, vince Bennati. Cavendish in un primo momento vorrebbe
fare ricorso, poi lo informano che il regolamento non lo prescrive più e si arrende all’evidenza. Un’evidenza
minima - tre centimentri soltanto - ma pur sempre evidenza. Serve il fotofinish per stabilire il vincitore, tanto
che Bennati dice subito: «Ero convinto d’aver perso, tanto che me ne sono stato zitto e buono».
Sembra scritto nelle vicende di questo Giro che Bennati debba soffrire momenti d’apprensione prima di poter esultare.
Anche domenica scorsa, a San Vincenzo, aveva battuto di pochissimo Bettini. Dopo l’arrivo, si erano guardati e si erano
chiesti: «Hai vinto tu oppure ho vinto io?». E ognuno sperava che l’altro rispondesse: «Tu» .
A Carpi vince «Io» . Bennati centra il suo terzo successo su quattro volate al Giro: aveva vinto anche a Milazzo,
solo a Catanzaro Lido Cavendish era riuscito a rimontarlo. Volata non facile, perché gli organizzatori hanno voluto
disegnare l’arrivo sullo stesso percorso della Maratona d’Italia, gara podistica che celebra Dorando Pietri, il
maratoneta più famoso di Carpi, colui che all’Olimpiade di Londra tagliò il traguardo per primo ma fu sorretto da
un megafonista e per questo squalificato. Era il 1908 e nel 2008 Carpi ha organizzato una serie di festeggiamenti
per ricordare il suo illustre cittadino. E la tappa del Giro è parte di ciò.
Sui ciclisti maratoneti non è mancato né lo scroscio quotidiano di pioggia né la caduta quotidiana. Succede
a soli quindici chilometri dall’arrivo: scivolano Lorenzetto, Zabel, Priamo, Martin, Buffaz e Nibali. Priamo (vittorioso
a Peschici) riporta la frattura del capitello radiale destro: Giro finito. Va meglio a Nibali che, per sua fortuna,
trova il prato e non un platano ad assorbire il suo volo.
Considerata la pioggia e il porfido negli ultimi cinquecento metri (come a Cesena il giorno prima) giuria e direzione
di corsa decidono saggiamente di fermare il tempo valido per la classifica generale a tre chilometri dall’arrivo, proprio
per preservare l’incolumità di chi lotta per salire sul podio a Milano.
Bennati fa tutto da solo: Cavendish è dietro tre suoi compagni di squadra; dietro di lui ci sono McEwen, Bennati e
Bettini. Come finisce, si sa. Bennati è tanto leale quanto sincero: «Non conoscevo la curva dell’arrivo, era più
pericolosa sulla cartina che dal vivo: forse sarei potuto entrare più forte. Con la pioggia certo che sarebbe diventato
un arrivo pericoloso: giusto fermare il tempo ai tre dall’arrivo. Finora ho vinto poco rispetto a Cipollini e a Petacchi:
sono Bennati e basta. A me non dà fastidio essere definito corretto e bravo: meglio così che cattivo e scorretto anche se
per fare le volate devi essere deciso altrimenti non vinci mai».
Ammirata ancora tanta gente sulle strade di un Giro molto bello e mai noioso, neppure quando propone scontati
arrivi in volata. Sarà così anche attorno alla cinta muraria di Cittadella. Aspettando le Dolomiti
Corriere dello Sport - Stadio