Calcio: 12/11/2006

PARMA FC - FC INTERNAZIONALE
1-2

(Serie A 2006/07 - 11a Giornata)

TABELLINO


COMMENTI

LA PARTITA Sconfitta bugiarda contro i nerazzurri. Budan pareggia Ibrahimovic, al terzo di recupero sorpasso di Cruz

Il miglior Parma stagionale beffato dall'Inter
Pagato caro uno svarione difensivo dopo 90 minuti giocati alla pari


Antonio Boellis
Un’amarezza indescrivibile. Una sconfitta bugiarda e rocambolesca, arrivata in pieno recupero che comunque non cancella l’ottima domenica sera del Parma; la migliore di questo campionato. Finisce 1-2 ma il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. L’Inter sfata il tabù del Tardini (una sola vittoria in sedici anni di serie A), infila la sesta vittoria consecutiva tra campionato e coppe, e si conferma capolista in coabitazione del Palermo. Al Parma resta l’amaro in bocca per un punto gettato alle ortiche dalla solita disattenzione difensiva, l’ennesima arrivata nei minuti finali. I crociati,infatti, hanno subito ben 7 reti nell’ultimo quarto d’ora. Resta la soddisfazione di aver giocato per 90 minuti alla pari contro una corazzata come l’Inter, senza alcun timore e sempre con il coltello tra i denti. E non è poco. Confermando, inoltre, quei segnali di crescita evidenziati nell’ultimo mese. E’una magra consolazione, certo, ma è di fondamentale importanza in ottica salvezza.
All’annuncio della formazioni si capisce subito che Pioli vuole giocarsela a viso aperto, in fondo non ha nulla da perdere. Due le novità tenute ben nascoste alla vigilia: Bucci in porta e Muslimovic nel terzetto offensivo alle spalle di Budan, secondo il consueto 4-2-3-1. I bocciati sono De Lucia (proprio il giorno del suo 23esimo compleanno) e Gasbarroni. Mancini risponde senza stravolgere le anticipazione: il modulo è il 4-4-2 con Ibrahimovic e Crespo in attacco, supportati da Figo che parte largo a destra ma si accentra spesso e volentieri. Il canovaccio della partita è semplice e sembra già scritto prima del fischio d’inizio: l’Inter tiene palla e la fa girare sempre, anche quando il pressing gialloblù diventa asfissiante. Il Parma,dal canto suo, esegue il compitino assegnatogli da Pioli con dedizione e semplicità: corsa, grinta e contropiede a manetta. Morfeo è il faro, e il copione interpretato del fantasista è sempre lo stesso: saltare l’uomo e lanciare Budan; a volte si verifica addirittura il contrario e cioè che Budan lancia Morfeo.
La gara vive di sussulti, anche perché la ragnatela di passaggi costruita dai nerazzurri limita molto i capovolgimenti di fronte. E così dopo una velleitaria occasione capitata sui piedi di Budan (tiro debole), la sfida sembra viaggiare su ritmi da calcio amatoriale. L’illusione si spezza al 13’ quando un missile terra aria di Grosso scheggia la traversa; di fatto è il primo campanello di allarme per i gialloblù, tant’è che 2 minuti dopo arriva il gol del vantaggio grazie ad una magia di Ibrahimovic che fino a quel momento era stato l’ombra di se stesso. Lo svedese nasconde la palla a Paci al limite dell’aria, poi a sorpresa calcia un diagonale a velocità supersonica che si infila nell’angolino basso alla destra di Bucci. E’ la prima e l’unica volta che l’attaccante nerazzurro riesce a svincolarsi dalle rigide marcature dei due centrali crociati. Il gol è la classica doccia fredda, ma questa volta,a differenza delle sconfitte interne contro Roma e Udinese, il Parma reagisce con raziocinio, senza perdere la testa e mantenendo sempre le giuste distanze tra i reparti, tant’è che il pareggio arriva quasi subito ed è un premio meritato, perché la squadra di Pioli gioca alla pari con la capolista per quasi tutto l’incontro. Corre il 26’ Muslimovic serve Budan (spalle alla porta) poco dentro l’area di rigore,il croato si gira e fulmina Cesar con una fucilata. Per lui è il quinto gol consecutivo (solo Crespo ha fatto meglio con la maglia del Parma: 6 reti di fila).L’1-1 galvanizza il Parma, i ritmi cominciano a salire e i sussulti si moltiplicano. Prima del riposo ci provano Dacourt (tiro da fuori alto di poco), Materazzi (colpo di testa debole e centrale) e Budan (botta da fuori terminata a lato).
Nella ripresa l’Inter continua a tessere una fitta ragnatela di passaggi e il Parma sembra una molla che scatta ogni qual volta il solito Morfeo accende l’interruttore. Aumentano i falli (alla fine se ne contano oltre 40), il nervosismo (sul finire espulso Ibrahimovic) i capovolgimenti di fronte e le palpitazioni. La partita si trasforma in battaglia ed è terreno fertile per il Parma che non può certo reggere il confronto a livello tecnico. Pisanu e Muslimovic commuovono per impegno, Grella e Ciaramitaro arrivano quasi sempre prima dell’avversario e sulle corsie laterali Coly e Bocchetti corrono come dannati. Le occasioni fioccano: Morfeo (2’tiro deviato in angolo da J.Cesar), Muslimovic (29’ cilecca incredibilmente a due passi dalla porta), Grosso (punizione parata da De Lucia,subentrato a Bucci infortunato), Cruz (colpo di testa deviato con maestria dal portiere gialloblù) e Ibrahimovic (tiro fuori a porta vuota). Decisive le sostituzioni dei due: Mancini ne cambia tre ma non stravolge l’assetto iniziale; Pioli,invece,pensa da difensivista, inserendo Couto al posto di Budan (infortunato), passando ad una difesa a cinque che ha la pretesa di sigillare il pareggio. Eppure succede il contrario. Al terzo dei 6 minuti di recupero Gonzales pennella al centro per Cruz che anticipa di testa Contini, De Lucia respinge, ma l’argentino non perdona e anticipando ancora una volta Contini segna il definitivo 1-2 che spegne ogni illusione. Fine, ma è una sconfitta che brucia molto.



Testa e Cruz, l'Inter vince all'ultimo tiro

La partita sembrava finita, ci ha pensato ancora una volta l'argentino: colpo di testa, parata, ribattuta vincente.
Bellissimi il gol di Ibra e il pari del Parma con Budan


Dal nostro inviato
LUIGI GARLANDO
PARMA

Minuto 47 della ripresa, nel cuore del recupero, sull'1-1: Gonzales crossa da sinistra, Cruz ci mette la testa, De Lucia respinge, ma contro Contini e la palla resta lì, per il letale tap-in del Giardiniere. L'Inter ha vinto così, in zona disperazione, con la confezione di due riserve buttate dentro da Mancini. Ha sofferto contro la difesa più battuta del torneo, è stata graziata da Muslinovic, però ha vinto, è rimasta aggrappata alla vetta e questi 3 punti getteranno altre badilate di autostima ed entusiasmo nel forno dell'Inter, perchè certe partite una volta l'Inter non le vinceva e adesso sì. Anche al Tardini, dove i nerazzurri non passavano da 4 anni. La crescita di un gruppo passa anche da notti sofferte come questa, la personalità esce rafforzata. E a proposito di personalità, sono le vittorie in trasferta uno degli indici più indicativi. Nel campionato scorso la Juve vinse fuori casa 13 volte, quasi il doppio dei nerazzurri (7), che in questo torneo sono già a quota 4: nessuno ha fatto più punti e più gol lontano da casa. La striscia di vittorie di Mancini è arrivata a 6. E vincere aiuta a vincere.
NERVI TESI Ma le 6 vittorie consecutive non devono essere scambiate con il definito approdo nella stagione della maturità. Vieira e Dacourt ammoniti, Ibra espulso, cioè i soliti noti, confermano che i nervi della banda sono sempre esposti al corto-circuito; nella fase più delicata della partita, Grosso e Materazzi si sono presi a parolacce. La maturazione, insomma, deve ancora completarsi, anche sul piano del gioco, dove Roma e Palermo, cioè la concorrenza scudetto, è molto competitiva. Tra due settimane alla Favorita, arriveranno risposte indicative. Quelle di ieri sono state contraddittorie. Primo tempo: Mancini tiene largo Figo invece di affidargli il monolocale di Stankovic (squalificato) alle spalle delle punte. Il 4-4-2 offre all'Inter due vantaggi: togliere il dribbling del portoghese dalla morsa Grella-Ciaramitaro; e compattare Vieira-Dacourt in mezzo, per sbarrare le idee di Morfeo. Aggrappata all'ispirazione di Ibrahimovic, l'Inter prende in mano la partita. Una traversa scheggiata da Grosso (13') anticipa il vantaggio, splendido (16'): Ibrahimovic, al limite dell'area, spalle alla porta, doma un lancio di Vieira, si volta e scaraventa nell'angolino più lontano. Il pareggio, inatteso, arriva al 27': Bocchetti crossa dalla terra dei disperati, la tre quarti, con la difesa nerazzurra piazzata. Bravissimo Budan a girare di prima anticipando Materazzi. Inizia un'altra partita, perchè il gol incendia le voglie del Parma che con le buone e, a volte, con le cattive (manata di Contini) riesce ad innervosire la capolista e a guadagnare spazio sulla scena.
TACCO Bravi Morfeo e i suoi spalleggiatori ad armare le ripartenze. Il Parma ha un cuore enorme, l'Inter passa una mezz'ora al buio: Ibra si spegne, Figo sparisce, Crespo stasera non c'è e Mancini lo rimpiazza con Cruz, laureato in Emergenza. Il finale è un romanzo. Al 29' Muslimovic, solo davanti a Julio Cesar, cicca il gol della gloria. De Lucia risponde a Cruz con la parata della vita (39'). Solari, buttato dentro anche lui, colpisce il palo interno (44'). Sembra il sigillo a una serata che il Parma stava già per festeggiare. Invece arriva il gol di Cruz che a Mancini sarà bello come quel colpo di tacco che infilò in una porta del Tardini. L'Inter è ancora in testa. Il Milan è a -20. Adriano e Cambiasso stanno arrivando.










Torna alla Home Page